Rage Racer - Retroperle
- Xenorik
- 24 dic 2021
- Tempo di lettura: 5 min

Nuova rubrica, che tratta sempre di videogames, ma si concentra sul retrogaming.
Perché io al nostalgico che mi dice “Eh, ti ricordi che figata quei giochi? Eh, non ne fanno più così…” io rispondo “Io non ho bisogno di ricordare, io ci gioco ancora adesso”. L’ho già scritto altrove, io non ho problemi a giocare all’ultimo tripla AAA appena uscito e subito dopo farmi una run completa ad un gioco del Nes. So che non è una cosa da tutti, e chiariamo, non lo dico con aria di superiorità, ad ognuno il suo, però a me piace il fatto che io riesca ancora a godermi, e persino ad esaltarmi, con titoli di 20, 30 o anche più anni fa.
L’anno scorso per esempio ho giocato al primissimo The Legend of Zelda, e ci sono rimasto attaccato dall’inizio alla fine, mi ha appassionato tanto quanto un gioco moderno. Mi sento in un certo senso fortunato, perché in questo modo il bacino da cui attingere titoli che posso giocare e amare aumenta esponenzialmete. Comunque oggi non parlerò di Zelda, ma di un gioco di macchine, puramente arcade: Rage Racer, del 1996.

Senza giri di parole: a quei tempi Namco spaccava, di brutto. Sia in sala giochi, dove riusciva a rivaleggiare con Sega, pur senza contare su hardware altrettanto potenti, sia a casa, dove era riuscita a portare l’esperienza arcade senza compromessi (o comunque con pochi) sulla prima Playstation. In quegli anni Tekken, Ridger Racer, Ace Combat, Soul Edge erano tanta, tantissima roba, letteralmente system sellers.

Rage Racer è stato il terzo gioco di corse edito da Namco su PS1, e in quell’occasione i programmatori nipponici premettero decisamente sul pedale dell’acceleratore. Dovete sapere che la serie Ridge Racer ha seguito due binari paralleli per un po’ di anni: dopo un primo capitolo uscito in sala giochi e poi convertito con buoni risultati su PS1, le strade si sono divise. Ridge Racer 2 arrivò solo sotto forma di coin-up, mentre su PS1 fu lanciato Ridge Racer Revolution, che presentava piste diverse anche se il feeling restava immutato. Di seguito in sala giochi è arrivato Rave Racer, ma non su PS1, dove invece ha visto la luce appunto Rage Racer, e qui la divergenza si è rivelata decisamente più drastica.

Infatti Rage Racer si presenta subito con un aspetto diverso, più tetro, serioso e realistico, e con un setting differente, tipicamente europeo. Si sa che i giapponesi amano molto l’Europa, e non si può dire che non l’abbiano dimostrato in questo gioco, basta dirvi che sul rettilineo principale vi è presente un simil-Arco di Trionfo. Ma non solo, le piste mescolano elementi di architettura bavarese, scorci ellenici, sali-scendi tipici delle Alpi, il tutto è una chiara lettera d’amore verso il vecchio continente. Anche le auto selezionabili, come da tradizione di pura invenzione, si rifanno a bolidi italiani (Assoluto), francesi (Age), tedeschi (Gnade), ma non manca un pizzico di americanità (Lizard). Se già tra il primo Ridge Racer e il Revolution c’era stato un buon miglioramento grafico, con Rage Racer siamo su un livello ulteriormente superiore per quanto riguarda il dettaglio su schermo. Chiariamo una cosa: Gran Turismo, che sarebbe comunque uscito 2 anni dopo, presentava dei modelli delle auto semplicemente inarrivabili per qualsiasi altro gioco del periodo, però per farlo ha dovuto mettere in atto alcuni stratagemmi. In GT le macchine in gara erano solo 6, e gli elementi della pista più lontani erano soggetti un evidente fenomeno di pop-up. All’epoca perdonabile, ma comunque evidente. Rage Racer presentava delle macchine sicuramente inferiori a livello grafico, però ce n’erano 12 in gara, e se parliamo delle piste, almeno a parer mio, quelle di Rage Racer battono quelle di GT 10 a 0. Molto più belle, lunghe, particolareggiate e “carismatiche”. Anche se poche. I primi titoli della saga adottavano questa politica del “poco ma buono”, come già faceva anche Sega, e in sala giochi la cosa funzionava bene, a casa non ci sarebbero dispiaciuti più contenuti, ma tutto il resto ai tempi compensava la mancanza, teneva in piedi la baracca. Pensate che il primo Ridge Racer proponeva una sola pista (con una breve variante), Ridge Racer Revolution tre piste, Rage Racer quattro e solo con Ridge Racer Type 4 siamo arrivati ad avere otto piste, dato in media con i racing game del periodo.

Tuttavia se i primi due capitoli erano impostati praticamente come un coin-up, Rage Racer portava novità strutturali di fondamentale importanza, ovvero la modalità carriera. Una serie di campionati divisi in classi di velocità, in cui si vincevano premi in denaro col quale comprare nuove auto e/o potenziare quelle già in vostro possesso, al fine di poter competere in competizioni via via più ardue. Tutto ciò 2 anni prima dell’uscita di Gran Turismo. Non serve sottolineare che, nonostante il numero limitato di piste (percorribili in entrambi i sensi), questa struttura innalzava esponenzialmente la longevità del titolo rispetto ai suoi predecessori. Aggiungiamo che Rage Racer viene ritenuto uno dei capitoli più difficili della saga per via di un sistema di collisioni estremamente punitivo e di una gestione delle derapate più complesso, ma al contempo più soddisfacente; inoltre occorre prestare particolare attenzione alle salite, dove quasi tutte le vetture sono costrette a decelerare. Entra in gioco anche una certa specializzazione delle case costruttrici dei vari mezzi: Gnade produce una vettura bilanciata, Age punta sulla manovrabilità in curva, Lizard sull’accelerazione mentre Assoluto sulla velocità di punta. Queste differenze fanno sì che il giocatore si formi un proprio parco macchine composto da vetture di ogni scuderia, perché la scelta dell’auto giusta agevola la vittoria, anche se resta comunque ostico competere nei campionati avanzati. L’ultimo gran premio da disputare, il Diable GP, richiede dal giocatore la perfezione o quasi per essere completato con tutti gli ori.

Graficamente Rage Racer all’uscita era uno dei giochi migliori in circolazione, oggi è retrogaming, ma se avete la possibilità di giocarlo con un emulatore recente (come il Bettle Psx HW o il DuckStation) attivando tutti i miglioramenti possibili, visivamente ha ancora qualcosa da dire. Lo stile, il design squisitamente arcade targato Namco anni ’90, per me è evergreen e riesce tuttora ad esaltarmi. In più la velocità con cui arriva a muoversi il gioco è sempre impressionante.

Menzione speciale per la colonna sonora, la quale contiene alcuni dei pezzi più belli mai ascoltati nella serie, come Silver Stream o Deep Drive. Il connubio grafica-musica galvanizzante/giocabilità arcade/velocità altissima è un qualcosa a cui io non riesco a resistere.

Purtroppo di questi tempi è molto difficile trovare qualcosa di paragonabile a quello che riusciva a dare Rage Racer. Il titolo più simile che ho giocato di recente è Xenon Racer, discreto gioco di corse arcade, un prodotto a basso budget, che ricalca certe meccaniche della serie Namco, anche se lo fa peggio. Meglio di niente, ma per esempio Ridge Racer 7 del 2006 lo prende a sberle in tutto e per tutto. Ci sarebbe anche Hotshot Racing, ma quello è più un tributo a Virtua Racing che a Ridge Racer. Ho giocato anche ad altri titoli di corse arcade, e con piacere, ma non sono la stessa cosa. Per esempio la serie Forza Horizon è magnifica, però la sua guidabilità arcade è “moderna”, e presenta degli aspetti più simulativi rispetto a quello che veniva ritenuto arcade una volta, di conseguenza il feeling è completamente diverso. Per cui quando voglio qualcosa alla Ridge Racer non ho alternative se non rivolgermi al passato, almeno finché qualcuno non tirerà fuori dal cilindro un titolo paragonabile. E magari se Namco stessa decidesse di riesumare il brand con un nuovo capitolo, sarebbe ancora meglio. Peccato che un ipotetico Ridge Racer 8, che voci di corridoio davano in lavorazione per Switch, sia stato a quanto pare cancellato, quindi le mie speranze al momento sono sotto 0. Ma almeno una stramaledetta remaster di Ridge Racer 7 sugli hardware attuali no? Dai Namco, sveglia!

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