10 giochi di corse arcade che vorrei rivedere sui nostri schermi
In un mondo come quello di oggi i giochi di corse puramente arcade sono uno di quei generi che non tira più come una volta, è dura ammetterlo per uno come me, che li ama da sempre. Ho giocato appassionatamente anche a un nutrito numero di titoli che sono considerati dei simulatori (o almeno erano considerati tali al tempo della loro uscita), però se dovessi scegliere tra i due sottogeneri quale preferisco, sicuramente sceglierei gli arcade, perché in sintesi mi esaltano di più. Una volta questi erano titoli che ti facevano spendere i milioni in sala giochi o comprare da soli una console, oggi invece, a parte rare eccezioni, sono considerati da molti più dei giochi tappabuco tra un adventure e l’altro. Certo, in questa generazione comunque abbiamo avuto il piacere di giocare a eccellenti esponenti del genere, come Mario Kart 8 Deluxe, che ritengo senza dubbio il migliore della serie, e Forza Horizon 3 e 4, semplicemente splendidi nonostante propongano un modello di guida non proprio così arcade come pensavo. Augurandomi sempre che nascano nuove IP, perché è cosa buona e giusta, vorrei in ogni caso assistere al ritorno in grande stile di alcuni alcuni pezzi da 90 del passato, e oggi andrò ad elencare le 10 serie di giochi arcade di cui vorrei vedere un seguito.
Outrun
L’intramontabile classico Sega a base di Ferrari e bellissime location che cambiano da un momento all’altro è sicuramente uno dei titoli che mi manca di più. Il primo stragiocato in salagiochi, il secondo ancora di più prima su console e poi su pc con la versione Coast to Coast, che ancora oggi ogni tanto rispolvero. Come si fa a non amare un gioco che ti da la possibilità di eseguire derapate chilometriche in percorsi stupendi ascoltando fantastiche musiche con una bionda al proprio fianco? L’ultima uscita della serie è stata Outrun Online Arcade per Playstation3 e Xbox 360 nel 2009, e non era altro che una riedizione di Outrun 2 SP con l’aggiunta della componente online. Sega oggi non ha più in mano la licenza Ferrari, quindi la strada per un ipotetico Outrun 3 è, e lo dico con la tristezza nel cuore, più ardua del previsto.
Ridge Racer
Scontato quasi quanto Outrun, anche la beneamata saga made in Namco manca da tanto, troppo tempo. La serie è stata sempre tra i titoli di lancio delle console Sony fino alla Playstation 3, e sinceramente io aspettavo al varco la PS4 insieme a Ridge Racer 8, cosa che non è mai successa e che di fatto mi ha fatto ritardare l’acquisto dell’ultima ammiraglia Sony di qualche anno. Spettacolare e velocissimo, il gameplay di Ridge Racer è sempre stato un tripudio di derapate impossibili e di piste scenograficamente altrettanto impossibili (in un paio di curve si passava dai Caraibi alla montagna e poi alla metropoli, sebbene negli ultimi capitoli la cosa era più attenuata) da percorre sempre a tavoletta con musica techno a palla. Escludendo la monnezza per il mercato mobile, l’ultimo gioco vero della serie (e sottolineo vero, perché Ridge Racer Unbounded del 2012 non lo è) è stato Ridge Racer 7, uscito per 2006 come gioco di lancio della PS3. Namco, dai sveglia!
Burnout
Una serie che visto crescere e forse morire. Gli sviluppatori, i Criterion, dopo un buon primo capitolo, che introduceva gare velocissime tra traffico, e un ottimo seguito, Point of Impact, che migliorava l’originale in tutto e aggiungeva la divertentissima modalità incidenti, hanno rilasciato un devastante terzo episodio, Takedown, che implicava la possibilità di buttare fuori pista gli avversari con l’aggiunta di una grafica fuori parametro, e da allora niente è stato più come prima. Burnout diventa la serie di giochi di guida arcade più influente del primo decennio degli anni 2000. Questo fino a quando EA, che proprio dal terzo episodio si era accaparrata baracca e burattini, ha deciso da far lavorare i Criterion sulla serie Need for Speed, lasciando di fatto Burnout in un limbo dal quale non è più uscito. L’ultima uscita della serie è un’inutile spin-off del 2011, Burnout Crash!, quindi l’ultimo gioco serio resta Burnout Paradise del 2008 (ed edizione Ultimate Box del 2009), del quale è stata fatta recentemente una remastered. Ma obiettivamente questo non è sufficiente per placare gli animi, i fan richiedono a gran voce il ritorno di Burnout, e io sono il primo della fila.
Crazy Taxi
Non è il classico gioco di corse, ma è doveroso citarlo. In Crazy Taxi si vestono i panni di uno degli stravaganti tassisti, i quali devono portare a destinazione i clienti entro un certo tempo limite, guadagnando così altro tempo. La classica struttura a checkpoint da coin-op, e infatti Crazy Taxi lo era, anche se io me lo gustai più sul mio fido Dreamcast. Quello che non ho ancora detto è che era spettacolare e pazzo, come da titolo. In una San Francisco virtuale, come mai si era vista prima, l’imperativo era eseguire assurde evoluzioni per sfruttare le più improbabili scorciatoie e portare il cliente alla meta, il tutto condito da una grafica spaccamascella coloratissima e dalla musica degli Offspring e dei Bad Religion. Dopo un paio di seguiti l'interesse per la serie è andato via via calando, finendo prima sugli schermi delle console portatili e poi sui sistemi mobile, ma sempre con risultati deludenti. Se solo penso a cosa si potrebbe ottenere con le tecnologie di oggi abbinate al gameplay di Crazy Taxi…
F-Zero
Sono impermalito con Nintendo. Cosa si fa a lasciare a marcire una serie mitica come F-Zero? Un gioco che ha creato un intero sottogenere, quello delle gare futuristiche, cono piste fatte di salti, curve a gomito, stretti corridoi, lunghi rettilinei da affrontare a incredibile velocità… mah. Non solo, ci prende pure per il sedere, mettendo un paio di piste in Mario Kart 8 ispirate a F-Zero, della serie “Oh, accontentatevi di queste”. Oltre al primo glorioso capitolo per Supernintendo del 1990, non si può non citare il GX per Gamecube, ancora oggi strabiliante. L’ultima volta che abbiamo avuto il piacere di avere di vedere F-Zero è stato nel 2004 su Gameboy Advance. Su Switch un nuovo capitolo sarebbe la morte sua.
Scud Race
Ero indeciso se inserire Sega Rally, Daytona USA o appunto Scud Race. Il primo ha all’attivo già 5 capitoli (e ciò nonostante mi piacerebbe assolutamente rivederlo) mentre il secondo ha da poco ricevuto una nuova versione arcade (in pratica una specie di remastered del primo, un po’ deludente, eh). Scud Race invece è una gemma dimenticata che andrebbe riscoperta. Chi non c’era non può avere idea di quanto fosse nel 1996 incredibile l’esperienza di trovarsi davanti al cabinato di Scud Race, perché era come vedere il futuro. Un livello di dettaglio pazzesco che girava a una fluidità ineccepibile erano la ricetta per una spettacolarità semplicemente mostruosa. Non fu mai convertito per console o pc, ma possiamo trovare le stupende piste di Scud Race nella versione per Xbox di Outrun 2 come bonus. Purtroppo realisticamente parlando, la probabilità di vederne un seguito è uguale a limite per x che tende all’infinito di f(x)= 0.
Diddy Kong Racing
Quando la Rare era la Rare, non sbagliava un colpo. Negli anni '90 quelli del team inglese erano talmente bravi da tenere testa persino alla stessa Nintendo sul suo campo. Affermare che Diddy Kong Racing fosse un semplice Mario Kart con le scimmie (e altri animali) è assolutamente riduttivo, perché Rare non si accontentò di emulare la fonte, ma decise di darle un tocco in più, inserendo la possibilità di utilizzare diverse tipologie di mezzi (Kart, Hovercraft e aeroplani) e di vivere la campagna non come una semplice sequenza di gare, bensì come una vera e propria avventura, divisa i mondi da esplorare. Questa feature è stata bellamente scopiazzata dai Naughty Dog per il loro Crash Team Racing, ma molti lo ignorano. Il fatto è che Crash Team Racing ora sta ritornando in pompa magna (e meno male, perché CRT è stato in ogni caso un ottimo clone del gioco Rare), mentre di Diddy Kong Racing sembra relegato a rimanere un solo bel ricordo. Nel 2007 è stato fatto un remake su Nintendo DS, dopo di che è sparito dai nostri schermi. L’unica che potrebbe fare qualcosa è ancora Nintendo, ma visto come sta trattando F-Zero, figuriamoci se pensa di ripescare Diddy Kong Racing.
Metropolis Street Racer/Project Gotham Racing
Il Dreamcast nei suoi purtroppo pochi anni di servizio ci ha servito sul piatto davvero tantissime perle. Una di queste è stata sicuramente Metropolis Street Racer dei Bizarre Creations, un gioco di corse arcade con macchine reali ambientato in 3 città: Londra, San Francisco e Tokyo. Tecnicamente all’avanguardia, divertente da giocare e con una OST strepitosa, MSR ha cambiato nome in Project Gotham Racing dal secondo capitolo in poi, sotto scuderia Microsoft, ogni volta risultando uno dei migliori arcade racer in circolazione. La peculiarità della serie è l’introduzione del dei famosi punti Kudos, un sistema che premia il giocatore se compie determinate azioni (trick) durante le gare e se mantiene un modello di guida pulito, una feature molto riutilizzata successivamente da tanti altri giochi. Nel 2007 Bizarre Creations viene acquisita da Activision, ma il loro successivo gioco, Blur, risulta un fiasco commerciale, e nel 2011 lo studio viene chiuso. Microsoft, detentore del marchio PGR, ha lanciato un paio di dimenticabili titoli mobile, l’ultimo nel 2009. Visto il successo incredibile che sta avendo in questi anni la serie Forza Horizon, la vedo dura che Microsoft riesumi PGR. Almeno contattassero chi ha curato la OST di Metropolis Street Racer, perché veramente era di un altro livello rispetto a quelle dei recenti Forza Horizon.
Wave Race
Altro titolo storico di cui Nintendo sembra essersi dimenticata. Trattasi di un gioco di corse su moto d’acqua, che fa il suo debutto su Gameboy nel 1992, utilizzando una visuale a volo d’uccello. Ma il botto lo fa nel 1996 con il capitolo per Nintendo 64 e la sua grandiosa realizzazione dell’acqua, da lasciare veramente a bocca aperta. L’ultimo capitolo, sottotitolato Blue Storm, esce nel 2001 per Gamecube, magari meno impattante rispetto al precedente, ma comunque divertentissimo e ancora una volta con una resa dell’acqua fantastica, più condizioni meteo variabili. Questo è un altro titolo che sfruttando le tecnologie odierne sarebbe davvero uno spettacolo, aspettiamo e speriamo.
Micro Machines
Saga su licenza ad opera di Codemasters (almeno i capitoli principali) nata nel 1991, si tratta di un gioco di corse con visuale dall’alto in cui si gareggia con le celeberrime macchinine in tante ambientazioni: la cucina, i banchi di scuola, il giardino, il tavolo da biliardo e via dicendo. Diversi tipi di mezzi, power-up spassosissimi (il martello su tutti) e percorsi che sembrano usciti dalla mente di un bambino (nel senso buono) erano la chiave del divertimento del titolo. Chiunque abbia giocato a un capitolo di questa serie negli anni ’90, sa quanto può essere devastantemente divertente una partita con gli amici a Micro Machines. Io mi sono letteralmente distrutto nel 1997 con il V3 sulla prima Playstation, anche in single player, perché aveva pure una campagna corposa. In verità è uscito un nuovo esponente della serie nel 2017, il World, che però è talmente povero di contenuti da impallidire in confronto ai capitoli con vent’anni e passa sul groppone. E’ come se fosse stato programmato da un dipendente di fretta durante un paio di pause pranzo. Il bello è che nel 2014 Codemastars aveva rilasciato Toybox Turbos, in pratica un Micro Machines senza licenza, che pur non essendo ricco manco la metà dei vecchi MM, era comunque meglio del World. Ci vorrebbe in fondo poco per fare un bel Micro Machines, speriamo che Codemasters in futuro si decida a programmarne uno con le palle.