Distraint: il tuo lavoro o la tua umanità? - Recensioni in bottiglia
- NoizMaka
- 5 nov 2017
- Tempo di lettura: 2 min

È la domanda focale di quest’horror psicologico, dove vestiamo i panni di Price, un giovane uomo guidato dall’ambizione e dalla promessa dei suoi grandi capi di entrare a far parte della società di una grande e potente azienda. Price viene quindi messo alla prova per guadagnarsi il suo posto al vertice. Ma a che prezzo? Dovrà assicurarsi che 3 persone lascino la loro abitazione, ormai pignorata a causa di ritardi nei pagamenti dell’affitto e, cosa più importante, le abitazioni si trovano proprio sulla traettoria di una nuova strada che dovrà essere costruita.

Iniziano quindi i compromessi tra Price e la sua coscienza, soprattutto quando si ritroverà faccia a faccia con la prima delle 3 persone: una povera e indifesa vecchietta che, vedova del marito, malata e senza parenti, lo supplica di dargli più tempo per cercare di trovare i soldi, dato che le sue medicine sono troppo costose.
Price porta comunque avanti il suo compito ma il senso di colpa comincia a logorarlo mentalmente.
Cominceranno quindi una serie di macabre quanto grottesche visioni che porteranno via via il protagonista a non capire più cosa è vero e cosa è frutto della sua mente, cosa è giusto e cosa è sbagliato fare, su fin dove è disposto a spingere la sua ambizione rinunciando anche alla sua umanità.

Siamo davanti a un racconto più che a un gioco, che vuole far male dentro, che vuole e che riesce a trasmetterci tutti i rimorsi di Price, che fa riflettere sulla strumentalizzazione e alla mercificazione stessa dell’essere umano, non intesa nel senso storico di schiavitù, ma in un senso più moderno, quello dove una grande azienda è disposta a usare le persone come meglio crede pur di raggiungere il proprio fine: il guadagno.
Vorrei tanto proseguire raccontandovi e analizzando alcuni fatti sulla trama ma rischierei di spoilerarvi eventi importanti per non parlare del finale stesso, motivo per cui mi limiterò a questo punto, consigliandovi assolutamente di giocare questa piccola perla e scoprire da voi come si evolve la vicenda di Price.

Passiamo ora al comparto tecnico: il gioco è un’avventura 2D dallo stile retrò, dove le interazioni con lo scenario sono abbastanza limitate con gli strumenti che servono per proseguire con la storia, ma ciò non influisce sull’esperienza anzi, il fatto di essere più immediato evita di interrompere quell’atmosfera di angoscia e depressione che ci accompagnerà lungo tutto il gameplay. 2 tasti per muoversi avanti e indietro lungo le varie aree, uno per interagire con gli oggetti e uno per aprire l’inventario, dove praticamente mai vi ritroverete più di 2 oggetti alla volta.
Un ottimo lavoro ideato, creato e pubblicato da una sola persona, Jesse Makkonen, che si porta a casa un Metacritic più alto di molti tripla A ben più noti. Disponibile su Pc, App Store e Play Store, il consiglio, come ho già detto è assolutamente quello di giocarlo.
E di riflettere.

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